REFLECTING WOMEN 

Un progetto di Kristina Inčiūraitė
A cura di Benedetta Carpi De Resmini

16 settembre – 26 ottobre 2019, AlbumArte, Roma

La mostra Reflecting Women si incentra sul concetto di identità al femminile. Quando Simone de Beauvoir dichiarava “una non nasce ma, piuttosto, diventa una donna”, sta affermando che il genere non è in alcun modo un’identità stabile, un impianto fisso, ma è un individuo costruito in continuità nel tempo. All’indomani del Leone d’oro vinto nella 58° edizione della Biennale di Venezia dalle tre artiste del padiglione lituano, la mostra intende aprire una riflessione su uno dei temi più controversi degli ultimi tempi, l’identità femminile, attraverso lo sguardo di una delle artiste più rinomate del panorama lituano: Kristina Inčiūraitė.

Reflecting Women esprime una riflessione sulla figura femminile ma anche un riflesso, inteso come percezione che ognuno di noi ha attraverso l’osservazione degli altri. Infatti, nessuno può osservare sé stesso, se non attraverso uno specchio. Eppure, uno specchio può restituire anche un’immagine distorta, come quella che ogni donna riceve e assorbe dall’iconografia femminile della società contemporanea.

Il progetto è stato promosso dall’Ambasciata della Repubblica di Lituania in Italia e realizzato grazie al supporto del Lithuanian Council for Culture, i-Portunus (progetto selezionato e finanziato da Creative Europe Programme) e Lithuanian Culture Institute. 

THE FRAGMENT AS A PROVERB

Un progetto di Kristina Inčiūraitė

12 ottobre 2019, MAXXI, Museo delle Arti del XXI Secolo, Roma

La performance musicale The Fragment as a Proverb invita a riflettere sulla memoria personale e collettiva attraverso diversi frammenti di canzoni pop. Nel nostro mondo tecnologizzato, le canzoni registrate sono diventate accessibili a tutti, e proprio per il fatto che vengono continuamente trasmesse sono entrate a far parte della nostra memoria collettiva. Agnès Jaoui, la sceneggiatrice del film Alain Resnais “Parole, parole, parole…” (On connait la chanson, 1997), una volta ha raccontato che raccogliendo canzoni popolari per i film,  frammenti delle stesse sono diventati proverbi. Secondo lei, i luoghi comuni crescono nelle parole delle canzoni popolari e sintetizzano i sentimenti e, al contempo, li impoveriscono. Kristina Inčiūraitė per questa performance amplifica il depauperamento delle emozioni impiegando lacerti di canzoni, mormorati o fischiati. Vari brani musicali sono intonati dai cantanti singolarmente: i partecipanti selezionano in modo casuale le persone del pubblico, e mormorano all’orecchio brani pop, mentre il resto dei presenti, nella penombra, attende il proprio momento di intimità. Questa relazione intima che si viene ad instaurare tra il cantante e lo spettatore viene amplificata proprio per il rapporto unirelazionale: la melodia diviene un mezzo per sollecitare emozioni e memorie.

Nella seconda parte, la famosa fischiatrice giapponese Mariko Takagi fischia frammenti di canzoni americane che sono divenute popolari in Giappone, mentre saranno proiettate fotografie personali della stessa Takagi. La proiezione ci racconta delle contraddizioni e delle ipocrisie della cultura americana che ha influenzato la società giapponese dopo la Prima Guerra Mondiale, lasciando loro solo delle false speranze.

La performance si è svolta presso il Centro Archivi del MAXXI – Museo Nazionale delle del XXI secolo, in occasione della 15a Giornata del Contemporaneo e ha visto la partecipazione della fischiatrice giapponese Mariko Takagi, del Maestro del Coro Massimiliano Tonsini e degli Allievi della Cantoria dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

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